Parrocchia San Tommaso Becket Pallerone
CENNI STORICI
La chiesa parrocchiale, dedicata a San Tommaso Becket, è un altro elemento chiave per la comprensione delle fasi di formazione del borgo. Anche se non si ha traccia della chiesa fino al XV secolo, quando risulta essere iscritta nei registri delle decime, è probabile che a Pallerone esistesse un edificio per il culto già nel 1275 quando passò nelle mani dei Malaspina di Olivola. La chiesa, come accadeva spesso, era posta all’interno dell’area cimiteriale, aveva l’abside rivolta verso oriente ed era accessibile dall’interno dell’abitato.
Nel ‘400 possedeva una canonica ed una “volta” sopra la quale venivano rogati gli atti notarili. In concomitanza con le ristrutturazioni del Palazzo Marchionale, avvenute fra la fine del ‘500 ed il ‘600, la chiesa mutò orientamento trasformandosi nell’edificio odierno. Che risiedesse in loco. Forse anche al marchese Lazzaro interessava sganciare questa parte d sua popolazione dalle dipendenze e di Aulla e di Soliera, che non appartenevano alla sua giurisdizione. Sta il fatto che il vescovo di Luni, Monsignor Silvestro B enetti, pensò bene di doverlo costituire parrocchia. Questo avvenne nell’anno 1516. Al nuovo ente parrocchiale fu aggregato tutto il piano nella sua lunghezza che si stende da occidente ad oriente, ed i colli che lo circondano: il borgo di Canova (che rimase sotto Pallerone fino al 1847, eretto a sua volta parrocchia nel 1887), e quello di Verpiana.
Nel 1510, quando fu ricostruito il feudo di Olivola, Pallerone era diventato il gruppo di case più importanti di tutto il territorio; era necessario un riconoscimento giuridico da parte dell’autorità ecclesiastica, anche perché Soliera – da cui dipendeva come parrocchia – non mostrava di curarsene affatto, ed i, sacerdote che veniva saltuariamente da Aulla sarebbe stato necessario
La chiesa si trova sul ciglio del fosso Canale, e si presenta come un edificio a due navate, con l’abside posta ad occidente, decorata a stucchi e lesene. Il presbiterio presenta quattro medaglioni in stucco, contenenti tele raffiguranti i quattro evangelisti.
Da un cartiglio dipinto all’inizio del presbiterio sappiamo che i lavori di rifacimento della chiesa furono attuati al tempo di Lazzaro III, nel 1704.
Sulle pareti trovano spazio gli altari marmorei con gli stemmi dei Malaspina, distrutti durante il periodo napoleonico.
Presso l’ingresso, dopo il porticato che immette all’interno della chiesa, sono presenti due portali in marmo intarsiato che si fronteggiano.
La navata laterale fu costruita da Cesare Marini di Pistoia, fra il 1785 ed il 1880, occupando tutto lo spazio del vecchio cimitero, che fu allestito fuori dell’abitato nel luogo dove si trova ancora oggi.
Negli anni ’80 la chiesa è stata sottoposta a un intervento di restauro interno che ha riportato alla luce i colori originari che erano stati coperti negli anni ’30 dall’intervento del pittore Zambani.
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